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O Germoglio di lesse
O Germoglio di lesse, che ti innalzi come segno per i popoli, tacciono davanti a te i re della terra, e le nazioni t'invocano: vieni a liberarci, non tardare.
Baruch Haba Adonai
O Adonai,
e condottiero di Israele,
che sei apparso a Mosè tra le fiamme,
e sul Sinai gli donasti la legge:
redimici col tuo braccio potente.
O Sapienza
O Sapienza,
che esci dalla bocca dell'Altissimo,
ed arrivi ai confini della terra con forza,
e tutto disponi con dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della prudenza.
Inizio novena del Santo Natale
Gioisci figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme,
ecco viene il Signore e splenderà in quel giorno una gran luce, e i monti stilleranno dolcezza; dai colli fluiranno latte e miele, perché viene il gran profeta, egli rinnoverà Gerusalemme.
Guarite ogni malattia e scacciate i demoni
Dal vangelo secondo Matteo (9,35-38)
LA PAROLA PER ME OGGI
"Gesù sentì compassione". Ritaglia nella tua giornata uno spazio per raccoglierti in silenzio ripetendo una o più frasi della liturgia di oggi che ti aiutino a penetrare, a vedere con gli occhi della fede Gesù che ha compassione e "fascia", guarisce le ferite. Lascia che la Parola di oggi illumini e risani il tuo cuore proprio lì dov'è ferito.
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
Signore, sono ancora numerosi sulla terra i tuoi servi che lavorano per la verità. Il tuo corpo di vita rimane nella tua Chiesa, il tuo sangue sacro protegge ancora la tua sposa. La tua nascita nella carne, avvenuta per amore della Chiesa, possa ancor oggi generare misericordia per le tue creature! (Cirillonas)
La casa sulla roccia
Dal vangelo secondo Matteo (7,21-27)
LA PAROLA PER ME OGGI
La liturgia oggi ci lancia verso una presa di coscienza nuova nell'importanza delle azioni concrete di ogni giorno. Possiamo costruire ogni nostro adesso sulla Parola ascoltata e quindi fatta vita, con serietà e impegno (la "casa sulla roccia"), ma possiamo anche vivere in superficie avviandoci al "crollo". A noi la scelta.
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
Gesù sei la mia roccia, la mia forza, il mio baluardo, il mio scudo. Tutto ciò che è in me ti loda poiché tu ci hai fatto passare dalle tenebre alla tua luce mirabile. Benedetto sei tu per la tua Chiesa, fondata sulla pietra ferita del tuo corpo che emette sangue ed acqua. Sii lodato per questa ferita, per questa debolezza che ci comunica la forza e la vitalità. Anche oggi, nel deserto torrido della modernità, tu sei la roccia del tuo popolo. Tu accompagni il tuo popolo errante affinché possa gustare la dolcezza del tuo amore e non l'amarezza delle acque. Benedetto sia il successore di Pietro, la pietra su cui fondasti la tua Chiesa, affinché estendesse il tuo Corpo ovunque sulla terra.
Sento compassione di questa folla
Dal vangelo secondo Matteo (15,29-37)
LA PAROLA PER ME OGGI
Parola d'ordine per oggi: «Sento compassione di questa folla». Guarda bene: forse accanto a te c'è qualcuno che non oserebbe mai chiedere aiuto. Per chi soffre, la sua sofferenza è sempre eccezionale; l'attenzione deve perciò prepararci ad accogliere continuamente lo stesso dolore, e non dire all'altro che fa troppo la vittima, che si rende noioso, che ci secca con le sue eterne lamentele. Non attendere domani, potrebbe «venir meno per via».
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
Sento il gemito dei miei fratelli, Signore, hanno "fame", ma le mie mani restano chiuse. Ti prego, mio Dio, apri il mio cuore perché si spalanchino le mie mani, e anche oggi tu possa sfamare qualcuno, placando la mia fame.
Misteri svelati ai piccoli
Dal vangelo secondo Luca (10,21-24)
SPUNTI DI RIFLESSIONE
Gesù benedice, ringrazia il Padre perché ha svelato "queste cose" nascoste ai sapienti, ai piccoli, agli "infanti". La parola indica i bambini non ancora in grado di parlare. In Israele la conoscenza della Parola è via alla salvezza e la sua ignoranza è peccato. Ora la Parola eterna di Dio è il Figlio, uguale al Padre che dice "Abbà", il primo suono che i bambini balbettano con insistenza. Per questo a loro è riservata la Parola che salva.
Come bambini
Il bimbo è nulla da sé. La sua vita è bisogno, e lui stesso è ciò che gli altri ne fanno. Rappresenta la verità dell'uomo come creatura: egli non si appartiene, è costitutivamente "figlio di". Il suo limite naturale è il suo bisogno del padre, in cui incontra colui da cui e per cui è. Il bimbo è uno che riceve. Gesù dice che bisogna "diventare" bambini per entrare nel Regno. Dobbiamo diventare ciò che siamo e che abbiamo dimenticato di essere: "Signore tu sei nostro padre: noi siamo argilla dalle tue mani" (Is 64,7). Il piccolo dicendo Abbà esprime la propria verità davanti a Dio e la verità di Dio nei suoi confronti.
LA PAROLA PER ME OGGI
Solo chi sa farsi piccolo come un bambino può entrare in un rapporto nuovo con Dio che è il nostro "Papà". Mettiamo da parte le nostre resistenze, oggi, e cominciamo a dialogare in fiducia e semplicità con questo Padre, che non chiede che di farsi conoscere da noi.
Stupore e miracoli
Dal vangelo secondo Matteo (8,5-11)
SPUNTI DI RIFLESSIONE
Stupore
Gesù costata che solo un pagano crede senza esitazione al potere della Parola (cf. 27,54). E si stupisce! Di due cose il Signore si meraviglia: della nostra fede e della nostra mancanza di fede (Mc 6,6). Ambedue sono per lui qualcosa di inedito, con il carattere del «meraviglioso» o del «mostruoso». La nostra libertà lo sorprende: pone infatti qualcosa di imprevedibile, nuovo anche per lui. Dio non ce la toglie mai, neanche quando è contro di lui e contro di noi, il che per lui è peggio. è il dono più bello del creato, che rende la creatura simile al suo Creatore.
Radicalmente, la libertà si esprime nella fede o nella sfiducia, nel nostro acconsentire o meno alla comunione con lui.
Miracoli
I miracoli sono dei segni naturali che hanno un significato spirituale. Il segno è importante, anzi necessario, come le lettere dell'alfabeto per scrivere: ma ciò che conta è leggere cosa è scritto. Noi, feticisticamente, diamo importanza più ai miracoli che al loro significato: siamo attaccati al vantaggio materiale immediato che ne abbiamo. Ma i miracoli, visti in questo modo, non hanno grande valore. Non cambiano la realtà, se non momentaneamente: chi è guarito tornerà ad ammalarsi, chi è risuscitato tornerà a morire di nuovo! Ciò che vale non è il segno, che è transitorio e può anche essere piccolo, ma il significato, che è grande ed eterno.
Il miracolo è quindi un segno visibile di cui bisogna leggere il significato, invisibile.
LA PAROLA PER ME OGGI
Sulla scia del centurione vogliamo esercitarci, oggi, ad una fiducia che non ha bisogno di vedere. Ecco un piccolo esercizio: scegli una Parola, una piccola frase della liturgia odierna, custodiscila dentro, ripetendola più volte durante il giorno. Prova a vedere ciò che ti accade alla luce di questa piccola Parola e lascia che essa trasformi e trasfiguri il presente.
Festa di tutti i santi francescani
L’Ordine Francescano è stato in ogni tempo focolare di santità. Si tratta di una grande folla proveniente da tutti i ceti sociali e da ogni popolo. Vi sono martiri, dottori, sacerdoti, fratelli religiosi, laici, vergini, sante donne…: santi famosi e conosciuti.., così come figure "piccole" e nascoste..Una moltitudine immensa radunata intorno al Poverello di Assisi, “recante il segno del Dio vivo” nelle sue carni ( le S. Stimmate). Uomini e donne che scegliendo l’umiltà e la povertà, hanno dissetato il loro cuore all’eterna fonte dell’Amore - Gesù – che solo dona la gioia e la pace vera. Per Lui si sono spesi senza misura, anche disposti a offrire la vita.
Il loro segreto: un SI’ , un ECCOMI, di consegna e abbandono assoluto nelle mani di Dio, Padre buono. Nel proprio tempo e secondo le rispettive capacità, hanno fatto di Gesù Cristo il centro della propria esistenza, diventando strumenti di pace e di speranza per molti: poveri, affamati, assetati, ignudi, malati, perseguitati, carcerati... . Ogni loro parola "sa di Vangelo" e le loro opere " profumano di Cristo".
La festa di tutti i Santi dell’Ordine francescano, si celebra in questo giorno perchè il 29 novembre 1223, Francesco e i suoi primi frati ricevettero l'approvazione definitiva della Regola da parte di papa Onorio III. La pergamena originale è conservata ad Assisi, nella cappella delle reliquie della Basilica di San Francesco.
In questa ricorrenza noi frati francescani , facciamo memoria e rinnoviano i Voti di castità e povertà e obbedienza pronunciati a suo tempo, pubblicamente, con la Professione Religiosa e, sull'esempio di san Francesco, nostro Serafico padre e di tanti Santi nostri confratelli, ci riconfermiamo nel desiderio e nella volontà di "osservare fedelmente il santo Vangelo".
La luminosa testimonianza dei Santi Francescani , può ricordare anche a tutti noi che la Santità non è un qualcosa del passato, né un itinerario per pochi o il privilegio di una élite ... Si tratta di una strada sempre aperta per chi decide di intraprenderla, un invito sempre nuovo per chi lo voglia accogliere e mettere in pratica.
La SANTITA’….una meta anche per te!
I segni della sua venuta
Dal vangelo secondo Luca (21,5-11)
LA PAROLA PER ME OGGI
Per Gesù il Regno è sempre vicino e in mezzo a noi, ma proprio in un modo che non attira l'attenzione su di sé. In questa giornata tentiamo di testimoniare ai fratelli questo Regno già presente.
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
Per quanto saremo pazienti con te, mai lo saremo quanto tu lo sei con noi, o Signore: e allora torniamo come l'uomo dei campi di un tempo che seminava e poi attendeva il giro delle stagioni, l'avvicendarsi delle piogge e del sole: così attenderemo pur noi i segni della tua venuta. Amen.